Psicologia criminale e investigativa

DALL’ANTROPOLOGIA CRIMINALE ALLA PSICOLOGIA CRIMINALE E INVESTIGATIVA.

Cesare Lombroso è riconosciuto come lo studioso che ha condotto la criminologia nell’era moderna (Douglas et al., 2008, p. 4). Lo studioso per comprendere la genesi della devianza e della criminalità si ispirò al Positivismo, per questa corrente di pensiero: 1) ciò che è reale, concreto, sperimentale, deve essere seguito in contrappone a ciò che è astratto e non tangibile; 2) ciò che è utile, efficace, produttivo deve essere fatto in opposizione a ciò che è inutile. Ispirandosi a questi principi, per studiare la causa della delinquenza, Cesare Lombroso effettuò numerose autopsie sui cadaveri e sui crani dei criminali autori di reati che arrivavano alla sua attenzione. Dalle anomalie anatomiche che lo studioso rilevò nel cervello di alcuni dei criminali esaminati nacque la “Teoria della delinquenza atavica” che venne presentata nel 1876 nel volume “L’uomo delinquente”. Per lo studioso l’agire deviante era causato da alcune anomalie cerebrali imputata dovute ad un arresto allo stato fetale nello sviluppo del cervello, arresto dello sviluppo che si manifestava anche a livello dei tratti somatici dell’individuo. Nasce quindi il concetto di “atavismo”, per Cesare Lombroso, infatti, il delinquente si distingueva perché aveva grandi mandibole, i canini forti, gli incisivi mediani molto sviluppati a discapito dei laterali, i denti soprannumerari o in doppia fila, gli zigomi sporgenti, prominenti arcate sopracciliari, apertura degli arti superiori di lunghezza superiore alla statura dell’individuo, piedi prensili, naso schiacciato, prognatismo, ossa del cranio in soprannumero. Queste considerazioni sull’atavismo oggi ampiamente falsificate dagli studi e dalle ricerche scientifiche moderne, avevano però come base di partenza le conoscenze antropologiche, antropometriche e medico legali dell’epoca che lo studioso applicava con un metodo rigoroso a tutti i casi che gli venivano sottoposti. Tra i casi di cui si occupò Cesare Lombroso c’è quello di Vincenzo Verzeni, un serial killer che per la sua violenza venne soprannominato il “Vampiro di Bergamo”. Questo criminale seriale violento tra il 1870 e il 1871 uccise due donne strangolandole e, dopo averle sventrate, praticò sui loro cadaveri atti di vampirismo e cannibalismo. Proprio per l’efferatezza dei suoi crimini Cesare Lombroso fu incaricato di effettuare una perizia psichiatrica su Vincenzo Verzeni, lo studioso pur non ritenendo l’uomo infermo mentale lo definì “un sadico sessuale, vampiro, divoratore di carne umana” e, a partire anche dalla conformazione del suo cranio e dalle caratteristiche del volto diagnosticò all’uomo gravi forme di cretinismo e necrofilia, oltre che di pellagra in fase avanzata.
Quasi cento anni dopo John Douglas e Robert Ressler gettano le basi per la nascita della psicologia criminale e investigativa. Per gli agenti le principali caratteristiche di comportamento e personalità di un individuo si potevano desumere dalla peculiarità del crimine commesso. Per fare ciò Douglas e Ressler studiarono un questionario che venne sottoposto a 36 assassini seriali che avevano ucciso 118 vittime. I risultati di questo studio confluirono nell’articolo “Criminal profiling from crime scene analysis” (Douglas et al., 1986) e portarono alla nascita del criminal profiling. Tra i casi di cui si occupò Robert Ressler c’è quello di Richard Trenton Chase, un serial killer che per la sua violenza venne soprannominato il “Vampiro di Sacramento”. Questo criminale seriale violento uccise sei persone tra il 1977 e il 1978, due di queste vittime vennero ritrovate squartate ed eviscerate, il criminale, infatti aveva inciso il ventre delle vittime per berne il sangue mettendo in atto pratiche di vampirismo. Il suo caso fu risolto da Robert Ressler e Russ Volpagel che stilarono il profilo psicologico del criminale favorendone la cattura.
Come possiamo osservare l’evoluzione scientifica ha spostato l’accento dal cervello del criminale alla sua mente, dalle caratteristiche antropometriche e fisionomiche alle caratteristiche psicologiche e sociologiche del criminale, dalle autopsie per comprendere la struttura cerebrale dell’autore di reato all’utilizzo delle moderne neuroscienze per comprendere il funzionamento della mente del criminale. Questa evoluzione ha anche portato un ampliamento dei campi di indagine della criminologia che nata per comprendere il cervello degli autori di gravi atti devianti e criminali, oggi si occupa di comprendere la mente degli autori di diversi tipi di condotte criminali, tra le quali (Russo, 2010 e 2012):
• Autori di furti.
• Autori di truffe e rapine.
• Autori di incendi.
• Autori di attentati dinamitardi.
• Autori di atti persecutori.
• Autori di violenze sessuali sui minori.
• Autori di violenze sessuali sugli adulti.
• Autori di omicidio seriali e/o senza apparente movente.
• Autori di delitti e crimini rituali commessi da singoli e/o da gruppi settari.
Questo ampliamento è ancora più significativo se, come affermano le ricerche criminologiche, la maggior parte dei reati sono commessi da criminali recidivi, sembra infatti, che il sette per cento di questi individui sia il responsabile di più del sessanta per cento di tutti i crimini commessi (Paulsen el al. 2009). Tra i criminali seriali, quelli che si distinguono per le violenze commesse sulle loro vittime sono:
1) Serial killer: Il serial killer viene definito come un predatore che uccide tre o più persone in un arco di tempo superiore ad un mese, con significative battute d’arresto tra un omicidio e l’altro (Holmes e Holmes, 1996, 2000, 2009a, 2009b, 2009c).
2) Rapist: il rapist è un soggetto che pratica la conoscenza carnale di una donna contro la sua volontà (Douglas, Burgess, Burgess e Ressler, 2008).
3) Child molester: il child molester è un soggetto che si intrattiene in attività sessuali illecite con minori, indipendentemente dal sesso, dall’unicità o ripetitività degli atti, dalla presenza o assenza di condotte violente; indipendentemente dal fatto che la vittima sia pubere o prepubere, conosciuta o meno, legata o meno da vincoli di parentela con l’aggressore (Kennet Lanning, 1992).
4) Stalker: lo stalker è un persecutore assillante che non accetta il distacco originato dalla fine di una relazione, oppure che non sopporta il rifiuto alle sue attenzioni da parte della vittima. Il terrore e l’ansia dell’abbandono inducono questo soggetto ad attaccarsi sempre di più alla persona “amata”, nei confronti della quale il desiderio diventa morboso (Melloy, 1999).

Fabrizio Russo
Psicologo – Psicoterapeuta – Sessuologo – Criminologo

Per approfondimenti:
Russo F., Lineamenti di psicologia criminale e investigativa. Il criminal profiling per l’analisi dei crimini seriali violenti, Celid, 2010 (settimana edizione riveduta ed ampliata 2015)
Russo F., Elementi di criminologia. Il criminal profiling per l’investigazione del crimini rituali e dell’occulto, Celid, 2012.
Russo F., Dall’antropologia criminale alla psicologia criminale e investigativa, Celid, 2012.