Una delle domande che solitamente un paziente affetto da ansia si pone è: “Quanto l’ansia può essere responsabile del disagio che provo?”
Oppure “In che percentuale i fastidi che provo fisicamente sono dovuti all’ ansia?”
In ambito diagnostico i disturbi ricollegati all’ansia sono innumerevoli e coinvolgono, oltre alla componente psichica, anche direttamente il nostro corpo.
Spesso le prime avvisaglie di un disturbo associato all’ansia coinvolgono direttamente il fisico. Frequenti risultano le manifestazioni somatiche sul versante gastrointestinale (colon irritabile, diarrea, dolori addominali, nausea, gastrite, reflusso gastroesofageo), seguite da attivazioni di tipo dermatologico (dermatiti reattive, orticarie), senza trascurare sensazioni di bisogno impellente di urinare o aumentata frequenza delle minzioni, vertigini e sensazione di svenimento, tremore, vampate di calore, tensione muscolare, spossatezza, formicolio o torpore.
Spesso il paziente si presenta con una sintomatologia ancora più allarmante, riportando delle reazioni sul versante cardiovascolare con aritmie, extrasistole (riferite come “colpi forti al petto”, sensazione di mancanza d’aria, percezione di sfarfallio al cuore) dolore o fastidio al torace.
Alcuni di questi soggetti presentano veri e propri attacchi di panico di durata variabile, da pochi secondi ad alcuni minuti, durante i quali l’individuo prova difficoltà a respirare, sensazione di perdita di controllo, paura marcata di morire, annebbiamento della vista, sensazione di svenimento, pianto incontenibile, seguito in alcuni casi da rabbia e abbattimento.
La risposta quindi al quesito iniziale è: sì, l’ansia può essere responsabile di tutto ciò e anche di altro.
Come procedere allora? Che fare?
Il primo passo è una diagnosi differenziale, in cui vengano esclusi fattori prettamente di tipo organico.
Il medico di famiglia, tramite la propria esperienza e con l’aiuto di eventuali esami, può orientare il paziente verso specialisti dei vari settori. Qualora, come spesso succede, i fattori organici non siano la causa assoluta o esclusiva del disagio riportato dal paziente, risulta utile fare riferimento ad uno psicoterapeuta che sia in grado di inquadrare la sintomatologia e fornire una diagnosi.
Il risultato può essere un disturbo che abbia in parallelo un fattore organico associato ad un fattore più di tipo psicologico. Una specie di predisposizione fisica, attivata ed incentivata da fattori emotivi e ambientali.
In altri casi invece il fattore fisico risulta essere solo l’esito finale di un disagio più prettamente psicologico.
L’ansia in sé non è una patologia, ma uno strumento che l’essere umano possiede per affrontare situazioni quotidiane che richiedono maggiore sforzo, attenzione ed energia. Si trasforma in patologia quando va ad incidere sul benessere del paziente, mutando da risorsa a disagio perdurante.
Spesso tale meccanismo si attiva dopo periodi di particolare preoccupazione, intensa attività lavorativa, cambiamenti inaspettati, nuovi ruoli acquisiti, maggiori responsabilità richieste, oppure anche senza una apparente spiegazione.
Inoltre specifici periodi dell’anno – primavera ed autunno – predispongono alcuni soggetti ad un intensificarsi della percezione di ansia in relazione al mutare della temperatura esterna, all’aumento o diminuzione delle ore di luce o ad altri fattori ambientali.
L’aiuto farmacologico (benzodiazepine o farmaci di ultima generazione) all’inizio di un trattamento può favorire la diminuzione della sintomatologia ed in parallelo alleggerire il paziente dal disagio riportato, ma risulta poco efficace sul lungo periodo, quando possono subentrare assuefazione e dipendenza dal farmaco.
A chiunque percepisca una sensazione di disagio con una base d’ansia, prolungata per più di due settimane, con o senza la presenza di una sintomatologia organica , un confronto con uno specialista del settore risulta utile per inquadrare la situazione e successivamente intervenire sulle ragioni scatenanti, con la conseguente diminuzione o scomparsa dei sintomi associati e relativo ritrovo del benessere.
Stare meglio si può!
Dott Luca Rossi
Psicologo, Psicoteraputa.
Sessuologo Clinico.
Vedi anche: “Ansia da prestazione: il piacere perduto“